Nel centro storico della città di Osimo in provincia di Ancona e a pochi chilometri dalla Santa Casa di Loreto sorge l’antico Monastero di “San Niccolò”.
Il Monastero fu in origine un’Abbazia benedettina, fondata intorno all’anno mille, ceduta poi alle Clarisse nel 1525, che lo abitarono dall’11 maggio del 1536.
Durante la soppressione napoleonica del 1810 le monache furono espulse dal Monastero e poterono ritornarvi nuovamente nel 1822.
Espulse nuovamente il 15 maggio del 1866, vi fecero poi ritorno definitivamente il 18 febbraio dell’anno seguente.
Il Monastero, oggi di proprietà comunale, è un vasto complesso architettonico di circa 2.000 mq di superficie coperta, conglobante più realtà costruttive erette in tempi diversi e circondato da un ampio spazio verde.
Al suo interno è presente un’antica cripta e due piccole cappelle con affreschi risalenti al XIV secolo.
In una di queste cappelline si trova un affresco trecentesco raffigurante il Crocifisso che nell’anno 1318, il giorno di S. Lucia, versò sangue dal costato, colpito durante una rivolta nelle lotte intestine fra guelfi e ghibellini. Il sangue fuoriuscito dall’immagine è in parte raccolto in un reliquario che si venera nella stessa cappella. La cappella, situata nella zona di clausura, viene aperta ai fedeli due volte durante l’anno: il 14 settembre, festa dell’Esaltazione della S. Croce, e il 13 dicembre, anniversario del prodigio.
Annessa al Monastero è la Chiesa di San Niccolò, costruita tra il 1646 e il 1699, dove i fedeli seguono, oltre alla S. Messa mattutina delle ore 7,00, le principali celebrazioni dell’anno liturgico accompagnate dai canti e dalle preghiere delle monache presenti nella cappella retrostante.
Poco distante dal Monastero si trova la Basilica di San Giuseppe da Copertino, il santo dei voli, prima denominata chiesa di San Francesco e consacrata il 7 maggio del 1234.
Il Santo di Assisi, infatti, si era recato a Osimo ben due volte: nel 1215 e nel 1220.